Il Comune di Mongiardino Ligure comprende territori nelle valli Sisola, Gordenella e Vobbia, situati ad un’altitudine dai 600 m s.l.m. Confina con i comuni di Cabella Ligure, Carrega Ligure, Isola del Cantone (GE), Roccaforte Ligure, Rocchetta Ligure, Vobbia (GE).
La sede comunale si trova nella frazione di Lago Patrono: Mongiardino Ligure è quindi un “comune sparso”, la cui denominazione non corrisponde con la località in cui ha sede l’ente.

L’estensione apparentemente frammentaria del territorio comunale dà un’immagine dei collegamenti fra le varie località e comunità in epoche ben antecedenti il moderno sistema stradale.

Ha una popolazione di circa 150 abitanti, nelle frazioni di Gordena, Maggiolo, Montemanno, Rovello Inferiore, Salata Mongiardino e Vergagni. Sul territorio comunale sono presenti numerose località, proprio perché il comune è formato da comunità sparse nelle diverse valli.

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Luoghi di interesse

Per le informazioni sui luoghi di interesse di Mongiardino, si ringrazia Valentina Incardona.

Cappella di Nostra Signora della Neve

Situata in località Cerendero, di cui si ha notizia dall’anno 947.
Già esistente nel XVII secolo, ma probabilmente di fondazione anteriore, la chiesetta sorse in qualità di oratorio dedicato a S. Antonio Abate. Una nuova cappella votiva fu costruita nel 1871 dai Cerenderesi in onore di N.S. della Neve, in ringraziamento dello scampato pericolo del colera che nel 1865 colpì la vicina frazione di Gorreto. Essa fu sede di celebrazioni rivolte agli anziani e agli infermi impossibilitati a recarsi in parrocchia, nonché luogo di ritrovo e di preghiera per gli abitanti del paese che, specie durante le sere del mese di maggio, vi si riunivano per recitare il S. Rosario.
Restaurato alla fine del Novecento, l’edificio presenta un piccolo campanile dotato di una campana nel 1873 e una facciata lineare intonacata di bianco, caratterizzata da profili grigi. L’unica navata dell’interno è adorna dei medesimi colori del prospetto ed è contraddistinta da un cornicione modanato. L’abside semicircolare accoglie il presbiterio, rialzato rispetto al piano dell’aula, con al centro un altare in marmo.

Chiesa di San Rufino

La chiesa parrocchiale di Cerendero, in località Canarie, è dedicata a S. Rufino Confessore, eremita e abate. La sua esistenza è documentata fin dal 1248. La parrocchia venne unita alla pieve di Mongiardino dra gli anni 1457 e 1647
L’edificio, di fondamenta medievali, venne restaurato e decorato nel XVIII secolo, e successivamente ricostruito agli inizi del Novecento per iniziativa di Don Agostino Tambutto e dei parrocchiani. La chiesa fu benedetta il 17 luglio 1904 e nel 1915 venne ultimato l’imponente campanile.
Fino al 1966 i locali della canonica furono adibiti ad aule scolastiche.
L’unica navata absidata della chiesa, che oggi versa in condizioni precarie, è affrescata dai pittori Ponsetti e Salsa e coperta da una volta a botte che si innesta su un cornicione modanato, con pareti laterali scandite da lesene di ordine gigante.

Oratorio di San Bernardo

La chiesuola di Gordena, la cui esistenza, in base alla tradizione locale, sarebbe millenaria, è documentata per la prima volta nella relazione della visita dell’8 giugno 1652 di Giacomo De Ferrari, Preposto della chiesa genovese di S. Donato, il quale prescrisse alcuni restauri.
Un Breve di Papa Clemente IX del gennaio 1704 stabilì la concessione
dell’indulgenza plenaria a quanti, confessati e comunicati, avrebbero visitato la cappella intitolata a S. Bernardo di Chiaravalle nel giorno della festività, il 20 agosto.
Fino al 1904 si celebrò anche la festa di N.S. della Guardia, il 29 agosto, per voto fatto alla Madonna nel 1850, affinché fosse scongiurata la minaccia della peste e, fino al 1918, anche la ricorrenza di S. Maurizio, il 15 gennaio.

La struttura sorge in una posizione rialzata rispetto al paese e presenta linee architettoniche semplici, tipiche delle cappelle rurali. Il piccolo campanile venne dotato di una campana nel 1922 e l’unica navata absidata fu restaurata nel 1937 con una volta in mattoni e decorata dal pittore Gambini nel 1948.

Cappella votiva dedicata alla Madonninn-a de Lêuio

La cosiddetta Madonninn-a de Lêuio (Madonnina di “Loglio”), dal nome della località che si trova a metà strada tra Canarie e Gordena, è una cappellina rurale contenente un piccolo altare e una statuetta in marmo della Madonna, testimonianza della devozione popolare contadina locale.

Il semplice manufatto di 2m x 1,5m è stato edificato nel luogo in cui sorgeva un’antica edicola costituita da un pilone contenente una nicchia che ospitava una piccola statua marmorea della Madonna, il cui capo, all’inizio del XX secolo, venne frantumato da un colpo di fucile sparatole da un cacciatore genovese.
Mani più pietose la ricomposero e per lungo tempo la statuetta continuò a ricevere atti di omaggio dai passanti.

Nel 1954, in occasione del primo Anno Mariano, Guido Ratto di Gordena cooperò alla costruzione della cappella che Carlo Tambutto adornò con una nuova statua mariana, mentre i coniugi Mario e Maria Callegari donarono l’altare.

Mulino del Pian dei Berci

Sono testimonianza della tecnica di macinazione a pietra diffusa nella Val Gordenella e della vita contadina i resti del Moin da Rocconn-a, un antico mulino ad acqua costruito in pietra nei pressi della frazione di Pian dei Berci, anche detta Berci o Cà de Peu (Casa di Pietro), dal nome del fondatore Pietro Bozzini, originario della borgata di Casalbusone, che nel 1838 si trasferì insieme con la moglie, Maria Biglieri di Gorreto, in quella che fino ad allora veniva denominata Piana delle Barche.

Il mulino, in origine abitato da una famiglia che si occupava della macinatura dei cereali, era dotato di una ruota che sfruttava la forza dell’acqua proveniente da una roggia che si estendeva per tutto il soprastante paese.

La sua costruzione è successiva allo sviluppo del nucleo rurale di Pian dei Berci.

Cappella di San Bartolomeo

La frazione di San Bartolomeo prende il nome da una cappella rurale dedicata all’Apostolo ritenuto, tra il 1920 e il 1950, protettore dal cosiddetto mal caduco e miracoloso guaritore degli svenimenti dei bambini della Val Borbera.

La struttura presenta linee architettoniche semplici, tipiche delle chiese campestri, tetto a doppio spiovente e campanile a vela. L’unica navata dell’interno, absidata, è adorna dei medesimi colori del prospetto ed è contraddistinta da una cornice e dalla scansione degli archi trasversi.

Degna di nota è una cassa processionale di modeste dimensioni in cui è rappresentato il Martirio di S. Bartolomeo, collocata all’interno di una nicchia alle spalle dell’altare maggiore, sistemato al centro del presbiterio rialzato.

Chiesa di S. Giovanni Battista

In località Maggiolo, la pieve di Mongiardino, anticamente detta di Caranza, è citata in un documento del 949. Sede di Vicariato Foraneo, nei secoli XIII e XIV essa ebbe un Capitolo di Canonici. Con bolla del 7 dicembre 1217, Papa Onorio III, svincolandola da Tortona, la assegnò alla Diocesi di Genova. L’Arciprete Rolando partecipò al Sinodo che si tenne nella Cattedrale il 6 e il 7 giugno 1311.

La chiesa originaria, scomparsa a causa di una frana nel XIV secolo, fu ricostruita, visitata da Mons. Bossi nel 1582 e successivamente ampliata. Il campanile venne raddrizzato nel 1934 grazie all’intervento di Mons. G.B. Picardo.

L’interno, a tre navate con sette altari, custodisce un tabernacolo marmoreo del 1471 con un bassorilievo di Cristo Risorto e lo stemma degli Spinola, un battistero della prima metà del XVII secolo e due acquasantiere coeve, di cui una reca l’effigie del Battista.

Degni di nota sono inoltre una tela di scuola ligure del 1771 che rappresenta l’Immacolata con S. Carlo Borromeo, S. Antonio Abate, S. Bernardino da Siena e S. Apollonia, una Madonna del Rosario seicentesca di scuola ligure con i Misteri recentemente restaurati e un organo Agati-Tronci del 1889.

Chiesa di S. Pietro Apostolo

Già dal 1253 la chiesa di Vergagni era legata alla pieve di Mongiardino e tale rimase fino al 1648.
Eretta in parrocchia dal Card. Durazzo, nel 1647 essa ebbe come primo parroco Simone Ricci.

Nel 1771 divenne Prioria. Il 14 aprile 1784 la struttura fu lesionata dal crollo del campanile provocato da un fulmine e il 4 maggio dello stesso anno venne posta la prima pietra di un nuovo tempio, inaugurato nel 1788.

Vergagni era dotata di una torre, citata in un documento del 1245 e di un castello, fatto erigere dagli Spinola nella prima metà del XIV secolo.

A sostegno di un’esedra, lungo un muro esterno della chiesa, sono visibili tre mensole, simili a quelle comunemente impiegate per reggere le caditoie, che potrebbero derivare dall’antica torre o dal castello stesso.

L’edificio, a pianta ellittica con cinque altari, presenta sulla facciata una statua di S. Pietro.
All’interno sono custoditi un’acquasantiera seicentesca in marmo con stemma gentilizio della famiglia Spinola, il battistero in marmo bianco con copertura in legno della seconda metà del XVII secolo, una statua lignea di S. Rocco di fine Ottocento e una della Madonna del Rosario scolpita da L. Montecucco nel 1852.

Chiesa di N.S. Assunta

In località Montemanno, ubicata su un poggio in posizione dominante, la chiesa esisteva già nel 1240, con il titolo di S. Maria.
Nel 1582 il Visitatore Apostolico Mons. Bossi prescrisse il rifacimento del battistero e la recinzione muraria dell’adiacente cimitero.

L’edificio attuale, con fianchi scanditi da contrafforti, ha una semplice facciata caratterizzata da lesene e da due finestrelle devozionali poste ai lati del portale, sormontato da un timpano triangolare con decorazioni a stucco e da una finestra quadrangolare.

L’interno, composto da un’unica navata absidata, presenta un cornicione modanato in stucco su cui è impostata la volta a botte, affrescata dal pittore Clemente Salsa nel 1947.

Nel presbiterio è dipinta l’immagine dell’Assunta. In una grande edicola lignea posta sull’altare maggiore vi è una pregevole statua processionale in legno e stucco dipinti di N.S. Assunta corredata di Angeli, opera di G.B. Drago, acquistata nel 1865. Si segnala inoltre la Madonna Ausiliatrice custodita all’interno di un’edicola barocca, realizzata da Antonio Canepa all’inizio del Novecento.


Contatti ed info

Sede del Comune: Frazione Lago Patrono, 7

Sito internethttps://www.comune.mongiardinoligure.al.it/


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